Le difficoltà di reperimento delle materie prime, semiconduttori in testa, mette a serio rischio la ripresa dell’automotive
Mese di maggio in ripresa per il mondo dell’auto. Lo rivelano gli ultimi dati dell’associazione dei costruttori europei, Acea. L’Europa fa registrare +73,7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso (ma è -25% rispetto al 2019). Complessivamente, nei primi cinque mesi di quest’anno sono state immatricolate 5.204.398 vetture (1.083.795 a maggio). Un focus sul gruppo Stellantis consegna il 60,9% in più di immatricolazione nel mese di maggio rispetto allo stesso mese 2020 con una quota pari al 20,7% rispetto al 22,3%.
Incentivi esauriti
Ma nuove nuvole si addensano all’orizzonte. Il primo problema sono gli incentivi che avrebbero dovuto coprire i primi sei mesi di quest’anno e che sono andati esauriti a fine aprile. Tanto che, secondo l’associazione delle case estere, Unrae, nella classifica dei maggiori mercati, l’Italia è scesa al terzo posto dopo Germania e Regno Unito. La ragione? Il venir meno degli incentivi del target 61/135 g/Km.
Crisi dei semiconduttori: consegne a rischio
Ma un altro problema, in questo caso planetario, si staglia all’orizzonte e già da diversi mesi sta facendo slittare le consegne del nuovo con pesanti dilatazioni dei tempi: la scarsità di semiconduttori. Una crisi che è destinata a costare ai produttori quasi 110 miliardi di euro. È infatti a rischio infatti la produzione di quasi 3 milioni di veicoli. Solo quest’anno. La crisi dei microchip, secondo stime di AutoForecast Solutons, Afs, ha già impedito di terminare la produzione di 2,07 milioni di auto. Al momento manca una soluzione e lo stallo potrebbe protrarsi anche nel 2022.