È chiamato - Progetto MARiS -, finanziato dal ministero delle Imprese e del made in Italy con oltre 5 milioni di euro e al quale partecipa ENEA, insieme ad Aerosoft spa (capofila), Cnr (Istituto per i polimeri, compositi e biomateriali), Università di Salerno (Dipartimento di Fisica) e ATM srl.
“Negli ultimi decenni l’impiego dei compositi in fibra di carbonio, un materiale molto costoso, è cresciuto esponenzialmente in ambito aerospace e automotive. Allo stesso tempo è cresciuta la quantità sia dei prodotti in composito a fine vita, sia degli scarti di produzione, che possono arrivare fino al 20% del materiale utilizzato già nella prima fase della lavorazione”, spiega Sergio Galvagno, ricercatore ENEA del Laboratorio di Nanomateriali e dispositivi e responsabile del progetto per l’Agenzia. “Trovare nuove strade per il loro riutilizzo – aggiunge – costituisce una vantaggiosa strategia di gestione per migliorare il ciclo di vita e la sostenibilità ambientale ed economica di questi materiali”.
Presto vedremo le case automobilistiche impiegare nuovi materiali compositi resistenti, leggeri e low cost, ricavati da scarti di lavorazione della fibra di carbonio. Con gli stessi materiali si potranno fabbricare componenti per fusoliere, ali e seggiolini degli aerei, scocche e rivestimenti delle automobili fino ad arrivare alle racchette da tennis di ultima generazione.
In tema di sostenibilità e riuso è davvero una buona notizia.